Unione Europea   Vs   Majors del Disco

Dopo una lunga trafila giudiziaria, combattuta con le unghie e con i denti, ora Napster giace sconfitto... e agonizzante.
Un monito è stato lanciato quindi contro tutte le imprese di distribuzione musicale presenti online: gli unici padroni del campo sono le Major, cavalieri dell'età moderna con uno stendardo che non è nuovo per i vincitori: la bilancia della legge.
Nell'arena della distribuzione musicale questo stendardo è stato ben marchiato e pubblicizzato, per far capire a tutti coloro che volessero trascendere i comandamenti delle Major che la Legge è dalla loro parte, e che opporvisi non potrà portare altro che alla rovina.
Napster non è un martire. E' semplicemente uno sconfitto.

Fino ad oggi.
Forse.

La Commissione europea ha avuto un ragionevole dubbio: il sospetto è che le majors brandiscano l'anti-pirateria per eludere l'antitrust.
L'inchiesta aperta servirà a cercare di capire quali fossero, e sono tuttora, le vere ragioni dietro le azioni giudiziarie con cui le grandi case discografiche hanno abbattuto numerosi servizi di distribuzione musicale online. E' necessario stabilire se dietro azioni presentate come difesa di diritti e anti-pirateria non vi siano pratiche che vanno contro le leggi del mercato, come ad esempio una bieca forma di monopolio (cosa che metà popolo di Internet va gridando in giro da molto tempo prima che la vicenda Napster prendesse piede), e quelle antitrust.
E' necessario accertare se non vi sia, alle spalle, un progetto nato proprio per perseguire legalmente, una dopo l'altra, le imprese di distribuzione musicale online "alternative" al cartello delle majors.

La notizia dell'apertura di una indagine ufficiale nei confronti delle pratiche delle majors è stata accolta accolta con entusiasmo dai moltissimi utenti Internet che utilizzano sistemi di file-sharing e/o file-swapping, messi in croce dai produttori. A promuovere l'azione è il Commissario europeo alla concorrenza Mario Monti.

Il "sospetto", che per molti fruitori dei sistemi di file-sharing è da tempo una certezza, è che le grandi case della musica abbiano fin dall'inizio strumentalizzato il sistema giudiziario per colpire i possibili concorrenti e per cercare di sradicare la pirateria online che, come molte malelingue asseriscono, "sono stati loro stesso a 'fomentare' e incoraggiare proponendo al pubblico opere musicali ad un prezzo scandalosamente alto". Se così fosse, la Commissione teme che le majors abbiano intrapreso operazioni anti-concorrenziali, dunque contro le leggi del mercato e dell'antitrust, rischiando così di perdere il loro preziosissimo (pagato a suon di avvocati) stendardo.

In particolare nel mirino di Monti sono finiti "MusicNet", la joint-venture che lega AOL Time Warner, Bertelsmann, EMI e le tecnologie di RealNetworks, e "DUET", l'impresa messa in piedi da Sony e Vivendi per la distribuzione di musica online. Cronaca di questi giorni, MusicNet ha firmato un accordo con Napster che consentirà a questo celebre sistema di file-sharing di vivere, o forse sarebbe meglio dire sopravvivere, sotto il rigido controllo delle majors (ed anche qui si stende minacciosa l'ombra del Grande Fratello). Non solo, DUET e MusicNet sono in trattative tra loro e il panorama che si profila è quella di una grande piovra della distribuzione musicale online capace di decidere in partenza i destini di qualsiasi business tenti di affacciarsi nel settore.

Ma anche se non si fonderanno, le due aziende sembrano destinate, in teoria forse, ribatterebbero le Majors, in pratica di fatto, rispondono i fatti, a creare un 'duopolio' di fatto, espressamente vietato come tale dalle normative antitrust, oltre che dagli accordi di mercato già firmati in passato dalle aziende coinvolte.

"Questi - ha spiegato Mario Monti - sono casi importanti per lo sviluppo dei servizi musicali offerti online e ci sono potenzialmente numerose questioni che vanno esaminate da vicino. Sì, i servizi musicali dovrebbero svilupparsi rapidamente, ma con una varietà di fornitori di servizi".

Dopo la decisione di Mario Monti di indagare sul prezzo dei DVD in Europa, questa nuova iniziativa pone il Commissario italiano in una presa di posizione ancora più centrale e decisa nel processo di sviluppo del mercato dei "contenuti digitali" nel Vecchio Continente.


 
 

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