Codici Regionali e alto costo dei DVD? La UE
vuole vederci chiaro
Che i Cd costassero cari, questo l'abbiamo sempre saputo. Che i DVD lo fossero
altrettanto, anche su questo non ci pioveva: in Europa, così come in
altre zone del mondo, chi vuol godersi un film in Dvd deve sborsare molto più
rispetto ai nostri cuginetti americani.
Troppo di più, secondo la Commissione europea, che ha confermato l'apertura
di una inchiesta ufficiale riguardante i prezzi praticati dai produttori: stando
a quanto pubblicato dal Financial Times, l'autorevole quotidiano finanziario
londinese, il Commissario europeo per le garanzie sulla concorrenza, Mario Monti,
si appresta a comunicare di aver inviato una richiesta formale di spiegazioni
sulla politica dei prezzi agli studios di Hollywood.
La Commissione, a quanto risulta, non sembra intenzionata a voler limitare
le indagini semplicemente alle strategie commericiali sui prezzi, ma di estenderle
anche a quelle relative alla suddivisione del mondo in aree regionali: com'è
noto, infatti, i produttori, al lancio della nuova tecnologia DVD, hanno diviso
i mercati internazionali in aree diverse, in modo tale da poter svolgere un
accurato controllo al mercato dei DVD nelle singole regioni.
Ma lo stesso Mario Monti in precedenti dichiarazioni aveva spiegato che tra
la protezione della proprietà intellettuale e l'abuso di posizione dominante
la linea di confine è sottilissima.
Oltre alla possibilità di controllare il mercato (ed i relativi prezzi)
regione per regione, le major hanno stabilito che un film in DVD acquistato
negli Stati Uniti non fosse visionabile su un lettore europeo, o in qualunque
altro lettore che non facesse parte della zona 1 (quella americana, appunto).
Questa lungimirante trovata, secondo i produttori, avrebbe dovuto non solo scoraggiare
la pirateria, ma anche evitare che film appena usciti in DVD in America giungessero
nel vecchio continente quando questi titoli fossero ancora proposti (o addirittura
dovessero ancora arrivare) ai botteghini: com'è noto, infatti, i film
presenti nei cinema negli Stati Uniti giungono da noi solamente dopo diversi
mesi.
Tralasciando il fatto che la una così labile protezione non poteva resistere
per molto, e fosse destinata presto ad essere "craccata", così
come infatti è successo, la seconda osservazione che le major fanno per
spiegare la suddivisione del mondo in aree regionali (anche se ricorda molto
il "Grande Fratello", e non la trasmissione televisiva, ma quello
di Orwell), a prima vista risulterebbe essere non solo valida, ma anche molto
ragionevole.
Non è della stessa idea la ACCC (Australian Competition and Consumer
Commission) che fa notare come questo metodo possa scoraggiare le piccole compagnie
produttrici di film a distribuire DVD in tutto il mondo, dato anche il fatto
che i margini di guadagno relativi alla sola zona di appartenenza siano troppo
bassi per giustificare altri investimenti su così vasta scala.
Tutto a vantaggio degli Studios statunitensi, che vedono così ridursi
la concorrenza.
Tornando al discorso principe, i prezzi dei DVD nelle diverse regioni geografiche
variano in modo, effettivamente, notevole.
Se negli Stati Uniti per l'acquisto di un DVD, stando alla Commissione europea,
sono necessarie dalle 35 alle 55mila lire, in Gran Bretagna il prezzo oscilla
più in alto, tra le 40 e le 65mila mire. In Italia un DVD può
arrivare a costare anche 99mila lire.
L'azione della Commissione è scaturita dall'arrivo a Bruxelles di numerosissime
lamentele sui prezzi dei DVD 'europei' e sulle difficoltà per i consumatori
di tutta Europa di recuperare DVD statunitensi, spesso non distribuiti sui mercati
continentali.