Il commissario alla concorrenza Monti indaga su un possibile cartello di major
Cinque case discografiche
nel mirino di Bruxelles Rischiano multe
del 10% del fatturato
«Cd troppo cari»: la Ue apre un’inchiesta
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES — La Commissione europea sospetta che possa esistere un «cartello
della musica» fra produttori e distributori per tenere artificialmente
alti i prezzi dei compact disc. Lo ha annunciato ieri la portavoce del
commissario alla concorrenza Mario Monti, spiegando che i servizi dell'
Aantitrust comunitario hanno aperto un'inchiesta su 5 <majors> musicali
per accertare se esistano le condizioni di una turbativa della concorrenza.
La decisione di intervenire è stata presa per iniziativa autonoma
della Commissione, dopo che a Bruxelles erano giunte numerose lagnanze
da, parte di organizzazioni dei consumatori e anloghe inchieste erano state
avviate in alcuni paesi europei tra cui l'Italia.
Ma è stato indagato sulla progettata fusione Emi-Time Warner,
hanno spiegato fonti della Commissione, che i servizi di Monti hanno raccolto
indizi di un possibile cartello della musica in Europa. Nei giorni scorsi,
da Bruxelles è partita una raffica di lettere indirizzate alle 5
maggiori case produttrici di cd: Emi, Bmg (fa capo al gruppo Bertelsmann),
Warner Music, Sony e Universal. La Commissione ha anche contattato 5 grandi
distributori di musica via Internet e 13 distributori tradizionali. Nelle
lettere non si contestano fatti precisi, ma si chiedono informazioni per
accertare se i sospetti di cartello siano fondati, «Per ora -
ha detto la portavoce di Monti, Amelia Torres - non abbiamo prove
che i gruppi siano colpevoli di pratiche nti-concorrenziali in Europa.
Tuttavia i sospetti sono forti e nascono anche dalla constatazione della
generalizzata differenza di prezzi per gli stessi prodotti, che costano
molto meno sul mercato Usa.
L’indagine della Commissione punta a stabilire se le 5 case discografiche
approfittino della loro posizione di oligopolio per imporre ai distributori
prezzi minimi di vendita piu alti di quelli che sarebbero suggeriti da
una logica di mercato.
Un aiuto alla Commissione viene anche dai risultati di una inchiesta
analoga condotta l'anno scorso dalla Federal Trade Commission sul mercato
americano. In quel caso l’autorità antitrust degli Usa aveva accertato
l'esistenza di pratiche anticoncorrenziali da parte delle stesse cinque
«major» che ora sono state messe sotto i riflettori da Bruxelles.
Le compagnie avevano dovuto rinunciare a imporre prezzi minimi concordati
sui loro prodotti: un sistema che, secondo i calcoli della Ftc, era costato
ai consumatori americani oltre mille miliardi di lire, in tre anni,
Le società interpellate hanno adesso due mesi di tempo per rispondere.
Poi Bruxelles deciderà se ci sono gli elementi per proseguire l'indagine.
L'antitrust europeo ha il potere di imporre multe che possono
arrivare fino al 10 % del fatturato annuo delle compagnie colpevoli di
pratiche anticoncorrenziali. l'inchiesta potrebbe avere
effetti benefici per il mercato della musica, portando a una diminuzione
dei prezzi. Ma potrebbe anche dare il colpo di grazia all'industria discografica,
già pesantemente colpita. dalla pirateria musicale via Internet.
A.Bo.
FONTE: Corriere della Sera 27 Gennaio 2001