Alex Britti.
"Anche le radio non pagano i diritti di autore..
Eppure si ascolta la musica in radio anzi la radio è un diffusore di musica che serve ai musicisti
per far conoscere le canzoni e i CD... che se poi piacciono vengono comprati.
Io uso Napster ed altri siti dove andare a scaricare brani... per sapere com'è un disco".
Andrea Rosi, (di Vitaminic).
"Quella di internet e degli mp3 è una rivoluzione profonda
perché nei prossimi 5, 10 anni cambierà completamente lo scenario.
Negli ultimi 30 anni l'industria musicale non ha mai cambiato il modello di business
ma solo il tipo di plastica sul quale mettere la musica e distribuirla".
Samuele Bersani.
"Non è possibile
essere contro o favore di una lotta del genere. Tutti e due i punti
di
vista hanno delle motivazioni giuste e tutti e due anche sbagliate.
Ma
è una lotta in atto e il malcontento è generale. Tutti
hanno degli
interessi da difendere. L'artista e l'utente però hanno
in comune la loro
priorità della musica e la tecnologia deve essere al servizio
di
entrambi. Non si può creare un sistema che avvantaggi uno e
danneggi l'altro perché gli interessi sono legati. Forse si
deve partire
da questa unione per trovare una soluzione. Se nessuno deciderà
di
perdere qualcosa restando legato a posizioni ormai insostenibili, si
dovrà lo stesso arrivare alla soluzione ma ci vorrà anche
molto più
tempo".
Ligabue "E'
chiaro che siamo a un
cambiamento epocale e che, probabilmete, tra poco scompariranno i
supporti tradizionali. Adesso, però,è il momento di fare
un po' di
chiarezza e darsi delle regole: non mi sembra giusto che chiunque
possa scaricarsi gratuitamente le mie canzoni. Come invece succede
quotidianamente".
Renato Zero
"Le possibilità di Internet
mi affascinano: ripsetto agli altri mezzi è più
libero e diretto, permette
una scelta più autonoma. Quanto alla musica in rete spero
in una
regolamentazione, che dia sicurezza e salvaguardi anche gli artisti".
Niccolò Fabi
"Ho paura che la musica
su Internet rivoluzionerà tutto. Lo dico con un po' d'apprensione
proprio perchè amo l'antico e le consuetudini. E' il futuro
lo so, ma il
fatto che un unico oggetto, in questo caso il computer, possa servire
a fare mille cose comletamente diverse mi impensierisce. Il bello,
invece, è che ogni azione ha una sua modalità specifica.
E basta.
Fare la spesa è andare a fare la spesa: fisicamente. Suonare
anche.
Fare tutto davanti alla tastiera è poco stimolante. Io mi annoierei".
Ominostanco
"Per prima cosa
devo dire di non avere ancora le idee troppo chiare sull'argomento.
Ancora guardo Internet con un po' di diffidenza. E non sono un
utente
assiduo. Una cosa però è certa, il mercato discografico
deve
cambiare. Sta cambiando. Io sono per la libertà comunque. Faccio
musica, ognuno ne faccia poi quello che vuole. Il mio disco costa
poco ma se qualcuno lo mettesse in rete non mi arrabbierei. Non lo
denuncerei. Di sicuro c'è una regolamentazione frettolosa che
non è
più adatta a gestire le cose. Per esempio il mio video l'ho
trovato in
rete e non ero stato informato ma non sono scontento di questo
perché il mio guadagno lo calcolo sulla comunicativa e se la
rete è un
nuovo canale di comunicazione allora va bene. Le cose probabilmente
si metteranno a posto prima o poi. Diciamo così. Sono a favore
degli
Mp3 in rete. Ma guardando la cosa con cautela".
Frankie Hi Nrg
"Napster è il primo software che è
riuscito a fare riavvicinare i pischelli alla musica. Il mercato
discografico deve cambiare, così non va più bene e Napster
è solo
una scusa che stanno usando le major per far ricadere la colpa del
fallimento delle loro cattive politiche di gestione sul consumatore.
Come sempre. Chi sostiene che l'Mp3 gratuito sia un furto, si sbaglia.
Qui nessuno ci guadagna niente, casomai si deve parlare di baratto".
Lory D "E' giusto
che i brani siano scaricabili in modo gratuito.
Ancora comunque la qualità non è perfetta ma prima o
poi anche questo
limite è destinato a scomparire. E' chiaro che a quel punto
dovranno
trovare un modo alternativo per fare arrivare i soldi agli artisti.
Lo
troveranno per forza credo, per ora comunque sono contento che
ci
sia la possibilità di scaricare gli Mp3 dalla rete".
Manuel Agnelli (Afterhours):
"La situazione della Rete mi
appassiona. Le major temono fenomeni come Napster e fanno bene.
Se internet accelera la morte del mercato mainstream ciò non
può
che essere una buona cosa: vorrà dire caos, movimento in un
mondo
dove il talento è carente e dove ormai non succede più
nulla. Per
quello che ne so azzardo una previsione: si creerà su
Internet un
substrato qualitativo pari a quello che negli anni Sessanta costituì
un
serbatoio per tante major che allora erano in grado di proporre
grande
musica. Del resto dicono che tra due anni il 30% del commercio
dell'industria discografica sarà in Rete. Non temo la
diffusione degli
MP3, anche perché il supporto CD sta perdendo la sua centralità.
Me
ne sono accorto quando ho realizzato che i ragazzi che vengono
ai
nostri concerti - 150mila presenze in un anno - spendono per
seguirci
ben di più di quanto non facciano per conprare i nostri
album. Da una
situazione di questo genere, gente come Eros Ramazzotti può
temere la diffusione della musica in Rete, non certo gli Afterhours.
Se
fossi un fan comunque cercherei di supportare il gruppo comprando
il
CD, anche se scaricassi MP3".
Mau Mau "Il
futuro della musica sta
cambiando. E la fruizione avrà tre elementi fondamentali che
la
caratterizzeranno. Dovrà essere rapida, economica e personalizzata.
Quello che adesso sta succedendo in rete e tutte le polemiche nate
contro la condivisione degli Mp3 gratuiti non è altro che un
laboratorio
di proiezione di questa mutazione. Ma il percorso è in atto
e ora
bisogna cercare di trovare un modo che tuteli anche gli artisti.
Nessuno è in grado di lavorare a vuoto. Non sarebbe giusto
ma
tentare di bloccare l'evoluzione cancellando un software è
una lotta
senza vincitori".
Bluvertigo La case
discografiche hanno considerato Internet un 'taboo'
fin dall'inizio e non hanno capito il potere della rete.
Il problema è che non hanno mai
avuto un 'Ufficio Sviluppo'. A favore dei Metallica ci sono una serie
di
cose da dire. In effetti chi ha inventato questo software è
un genio da
stimare ma chi scarica i brani non è il Robin Hood della rete
e questo,
in effetti, alla fine è un furto. Allora è veramente
la stessa cosa che
andare a rubare direttamente dagli scaffali dei negozi. Le major si
stanno parando il culo, cercando di trovare norme contrattuali che
evitino l'indipendenza della rete. Ma alla fine bisognerà trovare
una
soluzione, altrimenti come potrebbero arrivare i soldi ai gruppi? L'unica
soluzione potrebbe essere quella che ogni artista gestisca la
propria
divulgazione dell'Mp3 nella rete, che lo faccia in modo completamente
indipendente. Almeno fino al momento in cui la situazione non
sarà
più chiara".
Tiromancino "La
polemica nasce da
un problema più ampio. Il malcontento generale di una situazione
precaria sfocia in alcune battaglie ovvie. Di sicuro qui il problema
è
che i dischi costano troppo. E' chiaro che poi la gente se trova un
modo migliore per ascoltare la musica lo utilizza. Credo che
forse se
riuscisse una differenziazione dei prezzi, il malcontento diminuirebbe
e allora sarebbe anche più facile trovare una soluzione che
accontenti
tutti. Una soluzione sarebbe quella di differenziare i prezzi dei dischi
come si fa per i libri. E i giovani dovrebbero uscire a costi più
bassi
per essere promossi e pubblicizzati in modo più forte".
Daniele Silvestri
"Il diritto d'Autore è un diritto da rispettare e tutelare,
questo è un fatto ma ancora il modo non è stato trovato,
perché i canali dove questo diritto può essere toccato,
rubato o non rispettato
sono aumentati e si sono diramati senza che fosse stata fatta una previsione
oggettiva. Per quanto mi riguarda credo che la diffusione sia più
importante della
vendita. Soluzioni e prospettive si stanno pensando, la Sony
per
esempio sta cercando di fare un Mp3 particolare che la caratterizzi.
Che le appartenga. Il sistema più semplice potrebbe essere
quello di
individuare esattamente la fonte di guadagno di un sito. E quello
dovrebbe diventare il vero punto di partenza per cercare di capire
come tutelare il diritto d'autore".
La Pina "Il
pirataggio è la mia
passione. E' un mondo affascinante e creativo. E' arte. Sono
dell'idea
che la musica debba essere libera. E tutti devono avere la possibilità
di goderne. Usando tutti i canali possibili. Mi fanno ridere da morire
soprattutto quelli che rivendicano il loro diritto usurpato dalla rete
dopo
aver venduto milioni di dischi nel mondo. Gente che poi si lamenta
per
un danno di un paio di migliaia di copie perse... E cha fa causa
proprio a chi ascolta la sua musica. Io sarei contenta che qualcuno
scaricasse un mio brano dalla rete. Potrebbe essere un buon segno
e
anche un passaparola. Certo mi piacerebbe magari che si
organizzassero le cose ma solo per fargli avere un servizio migliore.
Come avere la copertina o i testi o qualcosa di meglio, ma intanto
ho
intenzione di mettere degli Mp3 dei miei pezzi in rete. Sarà
una lotta
ma per il momento sto preparando il mio sito".
Elio Martusciello (Ossatura)
"Le nuove
tecnologie potranno essere un'occasione per chi fa musica di
ricerca.
Con l'abbattimento di costi di diffusione, la musica può
circolare più
agevolmente e gli mp3 (ma anche i cd e tutti i supporti registarti,
di
ogni tipo, se non fossero cosi costosi) potranno essere sfruttati
come
veicolo promozionale per il musicista. Daltronde è il
concerto l'unico
momento reale. Power to the people!"
Flaminio Maphia
"Essere a favore o
contro la condivisione dei file gratuiti in rete è una posizione
difficile da
prendere, ancora c'è troppo buio. Credo comunque che gli artisti
che
vendono meno e che hanno più bisogno di utilizare diversi canali
promozionali, non possano avere nulla in contrario a qualcosa che in
effetti favorisce la fruizione della loro musica. Nello stesso tempo
tutti
quelli che si trovano in una posizione di vantaggio e da Internet hanno
un danno economico hanno ragione a lamentarsi. Magari non a
condannare i fan ma chissà nel caso dei Metallica cosa li ha
spinti
veramente".
Enrico Sognato
"Sono contro
Napster. Ancora non ci sono leggi e la gente non se ne deve
approfittare. E' come se entrassero a casa e rubassero le cose
dalla
camera. Perché arrendersi all'inevitabile? Gia è impossibile
combattere contro la masterizzazione e le bancarelle. Adesso ci si
mettono anche gli hackers e i software. Ma sono fiducioso che,
anche
se il disco sta diventando un bene di lusso, non sparirà
mai".
Mike Cooper
"Power To The People!!!
Questo comunque stiano le cose in questa situazione. Le
multinazionali sono da combattere".
Il compact disk è una scatola piena di
informazioni (cioè quello che si chiama software) che possono
essere
tradotte in musica. Come contenitore non è un gran che:
si può
soltanto riempire, e una volta riempito non può essere più
vuotato, il
suo contenuto è congelato.
C'è una differenza fisica tra il CD ed il Vinile: il CD
contiene
informazioni che descrivono musica, il vinile è l' informazione
stessa.
Il Vinile ed il CD sono hardware e hanno necessità di
essere distribuiti
fisicamente, mentre le informazioni contenute nel CD sono software,
ed il software in questo momento ha vie nuove di distribuzione,
infinitamente più agili ed economiche. Un nuovo concetto si
sta
facendo strada: compratevi il contenitore (hardware: MP3 player) che
più si adatta alle vostre abitudini di vita e di ascoltatori,
e riempitelo
della musica che preferite, con la possibilità di cancellare
o modificare
il contenuto (software: canzoni) infinite volte.
Tempi duri per i produttori dei contenitori tradizionali, che comunque
hanno avvertito l'imminenza del problema e si stanno organizzando,
anche se per ora tendono a proporre una soluzione un po' bizzarra, in
pratica nuove scatole, questa volta software. E tempi duri anche per i
produttori del contenuto, che ancora sembrano non avere soluzioni
che sfruttino le nuove possibilità, o forse faticano semplicemente
a
metterle in pratica.
Il Ministry of Sound (club, etichetta, magazine e ora anche
free-provider internet), a Londra, è appena partito con un'idea
che mi
gira in testa da un po' di tempo: la vendita di abbonamenti annuali che
permettono l'accesso ed il download gratuito del loro catalogo in
formato MP3. Niente stampa, niente distribuzione, costi bassissimi.
Ovviamente hanno dalla loro una grossa forza di promozione, grazie
alla rivista omonima. Credo che questa sia la formula ideale per artisti
o piccole etichette dal buon valore artistico ma dal piccolo potenziale
commerciale, un modo per potersi muovere al di fuori del tipico ciclo
vitale annuale del pop "album, singolo, airplay, videoclip, passaggi
televisivi", che non può assolutamente basarsi sulle 5-10 mila copie
vendute. Ed è inoltre un ottimo modo di coltivare il rapporto diretto
con
il proprio pubblico, facendosi finanziare direttamente da esso.
Chi sarà il primo in Italia?
Federico Zampaglione (Tiromancino):
Da una parte mi dispiace.
Il problema riguarda soprattutto i piccoli gruppi, gli artisti
meno
conosciuti, sono loro che avranno il danno maggiore da questa
sentenza. Napster sarebbe potuto essere un nuovo canale di
promozione, un mezzo per farsi pubblicità senza troppe
spese. Quello
che posso dire è che la situazione è diventata ingestibile,
i dischi
costano troppo, il malcontento è forte e quindi non so immaginare
cosa decideranno di fare adesso, secondo la logica proveranno a
chiudere anche gli altri siti simili a Napster. Ma la soluzione va
trovata
in altro modo, su questo non c'è dubbio.
Frankie Hi Nrg: Sono
traumatizzato. Questa decisione forse era
prevedibile...Ma che dire? Bisogna continare a usare Napster,
in un
certo senso, anche se non c'è più. Loro, le leggi
e i tribunali, possono
chiudere il servizio ma nel tempo continueranno a uscirne degli
altri,
come Gnutella per esempio e saranno casi sempre più frequenti.
Questo non si può impedire e nemmeno evitare. Certo Napster
era
unico, perché funzionava bene prima di tutto e poi perché
è
sicuramente il più conosciuto nel mondo. Colpirlo è
stata una mossa
forte e forse anche una mossa per creare un precedente che possa
portare la legislazione a tutelare il diritto d'autore in Rete.
Roberto Vernetti (produttore musicale):
Hanno chiuso Napster... Ma qualcuno alla fine ha capito veramente cos'è?
Non lo so, io vivo a Londra e qui si è parlato molto delle polemiche
e di tutto il caso.
Ma in realtà credo che forse tutto questo sia solo una specie
di montatura
per creare dei precedenti. In fondo la situazione era bloccata,
ferma.
Scaricare gratuitamente brani dalla rete non è giusto, questo
è
logico. Adesso è importante vedere cosa succederà, la
guerra ancora
non era iniziata.
Riccardo Sinigallia (produttore
musicale):
E' una decisione triste ma prevedibile.
Napster poteva essere un nuovo canale di promozione
ma anche di pubblicità ed era una buona cosa soprattutto
per i gruppi
più piccoli, per quelli ancora senza contratto discografico.
Credo che
non possa finire così. La Rete non si può bloccare
e altri siti
garantiranno lo stesso servizio. Io spero che fra qualche tempo
la
situazione sia più chiara e che le case discografiche
smettano di fare
la guerra a tutto quanto c'è di nuovo. Che si riesca a
trovare un punto
di contatto tra utenti, artisti e mercato. Io lo usavo, magari
per
ascoltare dischi che non mi sarei comprato. I problemi ci sono
sempre, in qualsiasi situazione, in qualunque tempo. Questi sono
momenti di passaggio obbligatori.
Lory D: Dovevano vincere
per forza. Era chiaro. Dovevano creare il
precedente e le leggi scritte avevano la precedenza, era ovvio. Come
l'opinione pubblica. Ma adesso è guerra veramente. C'era
bisogno di
un punto di partenza, è stato Napster. Ma la Rete è
un mondo che
sfugge dalla terra e dalle sue leggi in tutti i modi, è imprendibile,
incontrollabile. Come Napster ne nasceranno altri. Chi la cerca,
deve
trovare una soluzione e farlo al più presto.
Enrico Sognato: Meno
male, sono contento della decisione del
tribunale. Ora speriamo che si cominci a trovare una soluzione per
tutelare anche i nostri diritti. Era un sistema ingiusto, senza leggi
e
senza regole. Adesso che Napster è stato cancellato, speriamo
che
si inizi a fare ordine.
Daniele Silvestri: Napster
forse sta pagando troppo il fatto di
essere stato il primo a camminare su un terreno di guerra. Non riesco
a immaginare che prospettive ci siano adesso. Solo il software di
Napster garantiva la condivisione. E la condivisione è una cosa
bellissima. Ma il diritto d'autore è importante e va difeso.
Adesso va
trovata la soluzione, questa sentenza ne è la dimostrazione.
G-Max: (Flaminio Mafia): Non
ci posso credere. Ma come, Napster
non aveva un avvocato incredibile come difensore? La decisione
mi
sembra veramente un po' eccessiva...Comunque forse non è definitiva,
adesso ne cresceranno molti di più e la guerra sarà globale.
E poi
l'avvocato dell'anno ricorrerà in appello. Sicuramente, non
si può
arrendere ora.
Samuele Bersani: Ma
che bello, sono contento. Essere moderni e
progressisti ultimamente significava considerare scofitta la libertà
d'espressione. Ma io non mi sento nè moderno nè progressista,
e la
decisione del giudice di chiudere il sito che permetteva la condivisione
dei file musicali completamente gratuita, mi sembra ovvia e mi
sembra anche una bella vittoria. Quindi adesso spero che si cerchi
una soluzione legale sulla tutela del diritto d'autore e su tutto quello
che riguarda gli Mp3 e la Rete.
Enrico Silvestrin:
Sono contento. Credo che Napster danneggi
troppo i piccoli gruppi e i cantanti non conosciuti. C'è
chi vende già
poco e con Napster rischiava di non vendere nemmeno quelle. Non
era giusto. Una regolamentazione è assolutamente necessaria.
Come
c'è sui libri. Il fatto che la Rete non sia regolata da
leggi non significa
e non giustifica il fatto che ognuno possa fare quello che vuole.
Ominostanco: Non mi
interessa. Dopotutto è una decisione che
non mi coinvolge più di tanto. Napster non poteva vincere comunque.
Passa sopra a troppe cose ma che ci sia una guerra in atto è
un
fatto. Però è una guerra lontana che qui arriva
solo di riflesso. Non
sono preoccupato, non mi riguarda e in questo momento in Italia
ci
sono veramente altri problemi che il mercato discografico deve
affrontare. Non credo nemmeno che ci sia la possibilità
di arrivare a
trovare un punto di contatto tra utenti e artisti. Un accordo
non si
riesce a trovare nemmeno tra artisti e basta. C'è solo
competizione. E
sinceramente non credo neanche che dicano il vero quegli artsiti
che
si dichiarano a favore di un software che permetta la condivisione
gratuita degli Mp3. Comunque le cose cambiano sempre, in ogni
tempo e noi siamo qui adesso che c'è la Rete. Quindi aspettiamo
e
vediamo che succede.
Thomas Middelhoff, (chairman di Bertelsmann).
"L'industria commetterebbe un errore capitale
se cercasse di criminalizzare i milioni di persone che hanno scaricato file da Napster.
La maggioranza di loro sono amanti della musica, non ladri".
pensierino ironico finale.
"Ogni computer ha il diritto di poter accedere ad un essere umano"