Circolo di cultura musicale e arti multimediali Sing Sing.
estratto dal verbale di assemblea ordinaria del 31/05/06


Carissimi soci,

Con questo comunicato vorrei far sapere quelli che sono i principali sviluppi della situazione e che cosa è stato deciso in merito appunto a quanto recentemente successo presso la sede di Viale Mazzini 17.

La prima cosa che va detta è il fatto che la sede di Siena, che si è fermata per il tempo che serviva ad arrivare all'assemblea in modo da poter prendere collegialmente le direzioni da prendere,
RIAPRIRA' LUNEDI' 5 GIUGNO, limitandosi però al solo orario pomeridiano.

Dopo la assemblea straordinaria del 26/05/06 dove venne dettagliatamente raccontato ai partecipanti l'intera vicenda processuale e venne discusso quelle che potevano essere le nostre contromosse, durante la recente assemblea ordinaria è stato deciso di riaprire immediatamente per poter riprendere almeno al minimo le attività che ci consentano la semplice sopravvivenza.

Non è infatti neppure ipotizzabile di poter sperare nella " elemosina continuativa " dei soci che dovrebbero versare le quote ordinarie ( iscrizione) senza neppure vedere la sede minimamente in funzione.

Rinnovare la tessera ma tenere chiuso infatti non ha senso e per questo semplice motivo a partire dai prossimi giorni il circolo riprende a dare i servizi al ritmo minimo che gli è consentito dallo stato delle cose ( la sede è svuotata e le stanze fanno eco).

Le varie proposte di " RIFONDAZIONE " oppure di SCISSIONE o CAMBIAMENTO DI NOME, sebbene siano state davvero a lungo discusse, non hanno però portato a nessuna decisione in proposito per questo motivato elenco di ragioni:

1) operazioni mimetiche di varia natura non risolvono minimamente lo stato dei problemi e se mai ce ne genererebbero altri legati ad una nuova serie di difficoltà gestionali.

2) non esistono di fatto le nuove persone adatte ad assumersi le nuove cariche e responsabilità del nuovo ipotetico consiglio direttivo della nuova ipotetica associazione.

3) l' attuale presidente ( chi vi scrive ) NON si è reso disponibile ad agire dietro figure

" prestanome" che potessero per lui assumersi ruoli di facciata e attraverso persone di comodo spostando la attenzione giudiziaria verso nuovi bersagli in modo da consentire una soluzione elusiva del problema generale.

Sebbene quindi ci siano giunte un larghissimo campionario di proposte nessuna di queste, anche dopo un approfondita valutazione, è riuscita a risultare una valida soluzione ai problemi attuali.

Trattandosi poi di proposte che molto spesso " scadevano" in fattispecie di comportamenti addirittura penalmente rilevanti ( simulazioni di ogni tipo, occultamenti di cose e sotterfugi vari ), colui che avrebbe dovuto poi metter in pratica le sperticate fantasie di chi le proponeva si è fermamente opposto a tutto questo dichiarandosi ovviamente disponibile a farsi da parte se necessario ma non disponibile a realizzare una condotta di gestione che non preveda la più totale ed assoluta testa alta e trasparenza nelle azioni, nei nomi e nelle attività da svolgere.

Premesso quindi che non ci sarà per il momento nessun nuovo circolo, con nessun nuovo nome e statuto e quindi neppure una nuova dirigenza che per' altro non si è neppure

ipoteticamente candidata per confrontare due possibili " scuole di pensiero".

Un'altro dei principali motivi per cui non si è proceduto al cambiamento di "ragione sociale " ( espressione che si usa nelle ditte ma che rende bene l'idea) è stata anche la fondamentale esigenza di preservare quel patrimonio di storia e di esperienza ( anche giuridica) che il Sing Sing ha accumulato in tutti questi anni di battaglie e che un nuovo soggetto non avrebbe a sua disposizione quando e se dovessimo trovarci nei prossimi gradi di giudizio e a difender quindi le ragioni di un qualcuno che di fatto neppure esiste più cioè il circolo che conosciamo oggi e che combatterebbe e combatterà le cause attuali fino alla loro REALE conclusione.

Il patrimonio di ideali e di principi non ce lo hanno portato via e sprecarlo spontaneamente dichiarando la resa su questi aspetti di basilare importanza, avrebbe voluto dire davvero la fine senza ritorno.

Le attuali modalità di combattimento mi hanno più volte portato a dire che rimpiango i tempi, ormai superati, di quando il circolo veniva messo sotto sequestro dalla magistratura penale e le indagini venivano condotte dalla Guardia di Finanza.

A quei tempi almeno era possibile chiedere la parola e ottenere che certe garanzie di base venissero rispettate come ad esempio che si rileggessero bene i fogli e si evitasse di compiere errori irreparabili.

Attualmente invece ci troviamo troppo spesso in situazioni in cui è diventato fin troppo facile compiere un obbrobrio giuridico e non avere neppure il tempo tecnico per fermarlo e per dimostrare l'errore che si sta compiendo.

Sono quindi giunto alla terribile conclusione che l'ambiente civile è assolutamente privo delle garanzie a difesa del diritto che la Giustizia penale mi ha offerto negli anni scorsi e che quindi controparte si serve abbondantemente di questi vantaggi che evidentemente conosce fin troppo bene.

Trovarsi con la impossibilità pratica di dimostrare le proprie ragioni non sembrava infatti una realtà possibile in campo penale mentre in questa fase civile sembra davvero la cosa più praticata contro di noi infatti:

1) PRIMA si prendono tutti i CD ( anno 2000 ) e POI possiamo discutere la causa ... questo hanno imposto le case discografiche.

2) PRIMA paghi la sentenza di primo grado ( che sembra fare acqua da qualunque parte la guardi ) e POI vieni a discutere fra due anni a Firenze il secondo grado...e nel frattempo ti succhi le dita sperando che ti siano rimaste sotto le unghie dei resti di materia organica per sopravvivere due lunghi anni senza toccare cibo.

Questo modo di impostare la battaglia ( sostanzialmente economica ) dove il soggetto più forte economicamente riceve tutti i vantaggi che la struttura giudiziaria è in grado di offrire come i sequestri " ante causam " e i pignoramenti forzati fra il primo ed il secondo grado, fanno ben capire lo stato delle cose.

Ma la mia nostalgia per " le cose serie" che il mondo penale mi aveva abituato a vedere, pare che svanirà presto presto grazie alla decisione che unanimemente la nostra assemblea ha preso in merito al comportamento da tenere nei confronti dell'unico testimone che gli avvocati di controparte hanno indotto ad utilizzare durante il processo: Avv. Cristiano Cori che come ormai noto a tutti ha costituito la base, con le sue dichiarazioni, per la sentenza che il Giudice Cavoto ha decretato nei nostri confronti.

Stiamo quindi valutando di dare l'incarico a degli avvocati che sappiano ben rappresentare alla autorità giudiziaria la gravità di questi fatti in modo da render senza il suo fondamento principale l'intera sentenza civile.

La gravità della situazione sta proprio nella modalità con cui lo studio di controparte ha utilizzato la testimonianza del loro collega in ambito civile organizzando a tutti gli effetti una sorta di " trabocchetto" dove noi dovevamo cascare e dentro il quale di fatto ci hanno spinti.

Questo tipo di procedure però mettono a rischio l'intero processo che vi si appoggia oltre che la onorabilità della casta avvocatizia che infatti a tal proposito dovrebbe intervenire con il lor organo di autotutela (in questo caso l'Ordine degli Avvocati di Milano) che è stato da me prontamente sollecitato.

In questi stessi giorni in cui vi scrivo, gli stessi avvocati che non si fanno scrupolo di UTILIZZARE un loro stesso collega per avere almeno una testimonianza completamente contro di noi hanno chiesto la vendita di quanto pignorato in modo che ci possa essere ancora errore su errore, in modo che una volta eventualmente disperso il nostro patrimonio musicale non sarebbe più possibile ricostruirlo dato che TANTE di queste opere, di fatto, non sono più in vendita.

Ancora una volta quindi si ha la riprova che SI COMPIE LA IRREPARABILE INGIUSTIZIA ( condannando definitivamente nei fatti ) PRIMA ANCORA che la chiarezza di un completo processo possa aver dimostrato come stanno davvero le cose.

La nostra causa ha assoluto bisogno di esser difesa da professionisti coraggiosi ma il coraggio in questi tempi è merce rara ma son sicuro che esiste e ne vedo un po' almeno ogni volta che mi guardo allo specchio........o almeno faccio conto di vederlo.



Buone battaglie a tutti.

Fabio Del Toro