So che ci sono brevetti che comportano anni di ricerche e
sperimentazioni molto costose i quali raggiungono anche i costi di alcuni
film definiti kolossal, ma ci sono molti film finanziati addirittura dallo
stato (e secondo me tutto ciò che riceve anche un solo centesimo di
finanziamento pubblico non dovrebbe avere copyright) che non valgono
nemmeno i soldi della pellicola. Per la musica non ci sono mai grandi
investimenti da parte degli autori, ci sono dei costi di pubblicità e di
distribuzione da parte delle case discografiche che con contratti capestro
sfruttano gli autori ed interpreti e ne traggono enormi benefici nel giro
di pochi mesi. Ormai a parte pochi capolavori dopo 20 anni una canzone non
ha pressoché nessun valore commerciale degno di nota. Quindi, visto che
pure per i brevetti già sono previsti tempi di tutela troppo lunghi ed
andrebbero ridotti, anche per le opere dell'ingegno bisognerebbe prevedere
nella convenzione internazionale di Berna un massimo di 20 anni dalla
pubblicazione dell'opera. Che lei definisca questa proposta di legge
incompatibile (nel senso di dissimile) da altre legislazioni mondiali sono
anche io d'accordo, ma di certo non è incompatibile con la convenzione
internazionale né con i TRIPS stipulare accordi per licenze collettive.
Certo mi rendo conto che faccia paura a chi vuole mantenere uno status quo
di privilegi e quote di mercato una proposta di legge del genere, specie
quando si chiede di definire i criteri per definire quando un'opera ha
concluso il suo ciclo commerciale, saranno sicuramente molti i soldi che
investirete come lobby per tentare di fermare questa legge, ma se non vi
rendite conto che per gli utenti è persino più comodo, sicuro ed
economico, di una eventuale flat tax, pagare 50€ all'anno per entrare in
una dark net avete sicuramente poca lungimiranza nell'affrontare la
"sfida" che il P2P ha posto. Se invece di pensare a come svuotare il mare
con un secchiello provaste ad accettare la realta dei fatti per trovare
degli accordi da cui trarne dei benefici economici, la minor concorrenza
possibile e trasformare la concorrenza in opportunità pubblicitaria e
commerciale, vi renderete conto di come i benefici del P2P sono superiori
ai presunti danni. Allo stesso modo bandivate negli anni 70 le radio
libere che oggi sono nei vostri libri paga per sponsorizzare gli autori
che volete, allo stesso modo erano viste le cassette di registrazione e
gli apparecchi di registrazione, avete sempre da gridare al lupo senza
rendervi conto che la gente vi sta cominciando a vedervi come i
cannibali.
@ Nettuno Credo che questa legge, di fatto identica a
quella per liberare i contenuti degli archivi RAI, sia volutamente
impostata in questo modo, mettere dei paletti di principi e, visto che
qualche mese fa la camera ha approvato un paio di ordini del giorno per
LIBERALIZZARE il P2P, dare spazio alla più ampia formulazione nel corso
del dibattito in commissione.
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