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Vecchio 03-10-2007, 09:38
Enzo Mazza Enzo Mazza non è collegato
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Scritto originariamente da Luke
Risolto forse per lei, per chi si adopera a favore della depenalizzazione del file sharing illegale per riportarlo nell'alveo del diritto amministrativo non si è risolto nulla. L'art. 171 appartiene al codice penale, il fatto che il reato sia oblazionabile non cancella le obiezioni che solleviamo al servirsi di questo strumento per una forma di illegalità che può e deve essere gestita, con successo, differentemente.



Forse non lei, e d'altronde mi stupirebbe che si servisse di un tale spaventapasseri in questa sede, ma diversi suoi colleghi all'estero lo hanno fatto, concorderà che non me lo sono inventato. Ogni fazione ha le sue favole e i suoi spauracchi.



Capisco le obiezioni del garante della privacy, tuttavia, se il file sharing illegale senza scopo di lucro fosse sanzionato in ambito di diritto amministrativo i condivisori di materiale protetto verrebbero multati dietro denuncia sporta dai titolari dei diritti, senza dilapidare denaro pubblico con l'obbligatorietà dell'azione penale e senza intasare la già asfittica macchina della giustizia. Una sanzione proporzionata all'illecito per un problema di modesto rilievo sociale è la soluzione più adeguata specie se si considera il profilo del trasgressore medio, un comune cittadino che non lucra e che verrebbe facilmente scoraggiato da una multa di poche centinaia di euro.




Come lei ha detto, la legge Urbani e successive modifiche hanno precisato le modalità in base alle quali la direttiva doveva essere recepita dal nostro ordinamento, ora, indipendentemente da quella che fosse la situazione precedente, non resta che modificare la normativa vigente per specificare un differente ambito di applicazione.




Sono d'accordo in ogni dettaglio per quanto concerne i reati perpetrati sulla Rete, con il piccolo dettaglio che il file sharing senza scopo di lucro NON DEVE essere un reato.


Guardi, io sono d'accordo con lei che se fosse possibile nella realtà applicare una norma amministrativa alle violazioni in rete senza scopo di lucro sarebbe un grande sucesso.
Ma i problemi sul tappeto non sono di facile soluzione.

Io vedrei bene un sistema tipo laser sulle autostrade.

La Polizia amministrativa (postale o gdf ) fa un po' di monitoraggio, vede materiale illecito, scarica il file di prova, conferma che è protetto dalle norme. Chiede ed ottiene dall'ISP i dettagli dell'infringer e invia una multa di 150 euro a casa da versare entro 60 giorni o fare ricorso. Se la riceve il papà farà un bello shampoo al figlio e l'effetto deterrente sarà raggiunto, se è un adulto avrà preso la sua bella sberla come se avesse superato i limiti di velocità e starà più attento, se arriva ad un azienda, questa farà lo shampoo al dipendente o metterà dei firewall per impedire questo tipo di attività, se arriva ad un scuola idem.

Nessun monitoraggio fatto da privati, nessuna necessità di lunghe e costose cause o procedimenti penali che intasano i tribunali e l'impatto sarebbe di gran lunga efficace. Ma si vuole seguire questa strada ? Io sono pronto a discuterne serenamente.
Ma se si comincia a dire che per la privacy gli ISP non devono tenere i dati, che ci vuole un magistrato che garantisca l'attività della polizia, che la censura correrà sul filo, che la CIA ci spia con gli occhi della polizia, ecc. ecco allora che non si arrivarà a nulla.
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