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Vecchio 02-10-2007, 12:52
Enzo Mazza Enzo Mazza non è collegato
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Enzo Mazza is on a distinguished road
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Scritto originariamente da Luke
Non mi risulta un trattato in base al quale sia necessario punire penalmente il file sharing illegale senza scopo di lucro. L'opposizione è su questo preciso punto, sulla sostituzione del termine "profitto", con "lucro" nel pluricitato e scellerato testo la cui paternità è attribuita ad Urbani e in seguito modificato, come ben ricorderà, SENZA IL CONSENSO delle parti che ora ne chiedono giustamente la revisione.

Guardi che la questione lucro/profittpo è già stata risolta, forse lei è rimasto al testo originario...oggi l'art.171 ter punisce la condivisione a fini di lucro mentre il 171 (oblazionalbile) punisce la condivisione a qualunque fine, quindi la galera sarebbe rimasta (eventualmente) per il p2p a scopo di lucro, che lei sa meglio di me non esiste.



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Scritto originariamente da Luke
Non vedo perchè portare in sede EU un problema che riguarda una nostra specifica norma. La depenalizzazione del file sharing illegale è un atto dovuto, la prosecuzione d'ufficio di questo così detto reato a zero pericolosità sociale (per favore, riservi ad un pubblico non specializzato certi coloriti parti dell'immaginazione su presunti terroristi o mafiosi finanziati dal file sharing senza scopo di lucro) è un insulto ai contribuenti che versano le tasse aspettando dallo Stato una risposta seria a problematiche serie. E' un insulto a chi attende da anni, magari in cella, un giudizio da tribunali stracarichi di processi.
Chi ha mai parlato di mafiosi coinvolti nel p2p ? Io ? Io parlo di avvocati, medici, cuochi, insegnanti universitari. Su che cosa sia a zero pericolosità sociale dipende dai punti di vista...per alcuni ci vuole la galera per i lavavetri, per altri per i graffittari, per me per chi fa p2p illegalmente(dove,come abbiamo visto sopra non c'è in realtà nessuna la galera...)

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Scritto originariamente da Luke
Che siano le società interessate a sporgere denuncia per far applicare le multe previste dal diritto amministrativo e ad esigere i danni dai presunti condivisori in sede civile. Questo non significa rendere legale ciò che è illegale, ma rivedere una norma squilibrata a favore di interessi particolari.
Guardi il caso peppermint. Il garante ha detto il contrario. ha detto che in sede civile non si può agire e che per combattere tali violazioni si può fare solo il penale. Vede che c'è un po' di schizofrenia ? Lei dice che i titolari dei diritti dovrebbero difendersi in sed civile, ma tale sede è oggi preclusa perchè il garante della privacy dice che gli ISP non devono dare i dati al giudice civile...ma solo al pm o alla polizia, e allora ? Più squilibrato di così.



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Scritto originariamente da Luke
Inutile aggiungere che su questo punto non mi trova d'accordo. Vista la genesi della legge Urbani e la storia del, guardacaso, tempestivo emendamento proposto dalla Margherita sono sicuro che non era questo l'unico modo in cui le direttive di cui parla potevano essere integrate nel nostro ordinamento.
La direttiva era già stata recepita nel 2003


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Scritto originariamente da Luke
Non una mia bufala, cmq, dato che non ho menzionato altri ordinamenti.



Concordo invece con la posizione di chi ne persegue la depenalizzazione per i motivi che ho già esposto.



Concordo invece con i politici e le organizzazioni internazionali che sono contrarie, in tutto il mondo, al coinvolgimento degli ISP in operazioni di controllo delle attività degli utenti, questo allo scopo di preservare la neutralità della Rete, di impedire operazioni di censura di un mezzo fondamentale nel mondo per la libertà di espressione, ed infine (ma non certo in ordine di importanza) per scongiurare pericolose commistioni fra privati e amministrazione della giustizia che deve essere di ESCLUSIVA competenza della magistratura e dei corpi di polizia.

Bene, quindi è d'accordo con la procedura che adottiamo noi:

1) denuncia alla polizia di violazioni tramite p2p
2) verifica delle reti p2p da parte della polizia
3) richiesta della polizia al pm di decreti per ottenere dall'ISP i dettagli dell'IP
4) Richiesta di decreto di perquisizione presso il domicilio dell'IP al pm da parte della polizia
5) Sequestro e denuncia

Più garantito di così.
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