Sono convinto che è deleteria la contrapposizione che sta avvenendo
tra il popolo del P2P e le Major ed un compromesso va trovato nella ormai
nota proposta della flat tax mensile per le connessioni adibite anche a
scaricare. Credo si potrebbe anche aggiungere la clausola di limitare la
qualità (per quanto riguarda la musica ad esempio solo formati MP3 ad un
massimo di bitrate a 320 kbps), questo per fare in modo che chi scarica
attraverso filesharing non lo faccia per avere gli originali ma
principalmente per verificare se l'opera è meritoria di essere acquistata
a qualità superiore, insomma che non diventi il sostituto dell'originale
ma piuttosto una forma promozionale comunque retribuita. So che sarà un
percorso lungo e difficile ma dato che non non credo ci possa essere altra
via di uscita a questo contenzioso, penso valga la pena provare ad
intavolare il discorso intanto con Lei che vedo disponibile a
confrontarsi.
Parto dal presupposto che ritengo legittimo il diritto
degli autori di trarre benefici economici dalle loro opere specie nel
periodo più proficuo del ritorno economico, quindi vorrei sapere cosa Lei
ne pensa di quelle Comunità che, ispirandosi allo scambio etico, non
permettono la condivisione di opere prima di 18 mesi dalla divulgazione
commerciale. Scambio etico inteso come primo passo per stipulare un
armistizio di dialogo per arrivare al compromesso sostanziale.
Mi pare
che anche Lei abbia in qualche discussione su questo forum ammesso che la
priorità degli autori e delle aziende che ci stanno dietro, sia la tutela
delle opere di "serie A" , anche le major pagano fior di bigliettoni ad
agenzie come mediadefender, per infilare dei fake ed operare con client
taroccati al solo scopo di rallentare la diffusione di opere fresche. Lo
stesso Jonathan Lee, vicepresidente di MediaDefender, ammette che
probabilmente non è possibile arrestare lo scambio del materiale: ma
rallentarne la diffusione consente alle case di produzione di garantirsi
una finestra temporale nella quale è possibile vendere il proprio prodotto
e incassare soldi, senza doversi preoccupare della concorrenza di chi
distribuisce gratuitamente il frutto del loro lavoro. (
http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1955070&r=PI
).
Se la priorità è veramente quella di arginare la condivisione delle
opere fresche e di cominciare ad "educare" in qualche modo il popolo del
P2P ad un rispetto del lavoro altrui , credo che queste iniziative che
partono dai cosidetti "Pirati" dovrebbero essere viste con prospettiva
favorevole e degne di attenzione.
Condividere musica e film dopo 18
mesi dalla loro divulgazione commerciale non crea un danno economico tale
da non essere sopportato e ricompensato dalla pubblicità indiretta, se su
questo approccio iniziale -di rispetto reciproco- si aprisse un dialogo,
si potrebbe, come già detto, aggiungere una restrizione sulla qualità per
ottenere da voi una tolleranza di armistizio e lavorare insieme al
compromesso normativo sulla flat tax.